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Nato a Sassari nel 1962, Paolo Maria Clemente è laureato in Filosofia e in Psicologia. Da un decennio insegna Filosofia al Liceo Artistico "F. Figari" di Sassari, città dove esercita anche la libera professione di psicologo psicoterapeuta. Dal 2000 al 2003 è stato rappresentante regionale per la Sardegna della “Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva” (S.I.T.C.C.) e dal 2004 al 2008 ha insegnato come docente a contratto “Elementi di psicoterapia in ambito educativo” nel Master in Clinica Educativa e dell’Età Evolutiva dell’Università degli Studi di Cagliari. Ha pubblicato un saggio sul sogno ("Imperfetto onirico", Armando, Roma 2008), uno sulla psicoterapia ("Io addio", Armando, Roma 2010) e uno sulla deriva ("La deriva", Tlon, Roma 2020). Attualmente sta cercando un editore cartaceo per l'eBook sull'Intelligenza periferica scritto insieme a Fabrizio Lombardi.

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"Sei tanto più te stesso quanto più somigli a ciò che hai sognato di diventare" (Agrado)

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SITI AMICI:

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PUBBLICAZIONI:

 

I

IMPERFETTO ONIRICO

Quando sognare diventa un viaggio consapevole.

(Armando editore, Roma 2008)

 

Intervista all'autore - Recensioni - Indice del volume - Prefazione - Bibliografia - Quarta di copertina

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Intervista all'autore:

Radio Rai 1, Annalisa Manduca intervista Paolo Maria Clemente sull' "Imperfetto onirico"

(Obiettivo benessere, 17/05/08):

    2008/audio/obiettivobenessere2008_05_17.ram

Prefazione dell'Imperfetto onirico:

Solitamente quando si parla di sogno non ci si preoccupa di distinguere tra due aspetti molto diversi: il sogno nel momento stesso in cui accade, ovvero il sogno ‘vivo’, ed il sogno quale ce lo ricordiamo al risveglio, cioè il sogno ‘morto’.

Questo libro si pone l’obiettivo di far conoscere due tecniche di lavoro sui sogni: l’interpretazione e l’esplorazione. La prima tecnica è la più nota in Occidente e consiste nel trattare il resoconto del sogno ‘morto’ – o sogno “ordinario” - come un testo contenente un significato nascosto. La seconda tecnica è stata sviluppata soprattutto in Estremo Oriente e consiste nell’osservare un sogno mentre si sta svolgendo, cioè con la consapevolezza di sognare. Questo modo di sognare è noto come ‘sogno lucido’ ed è più simile all’esplorazione di un mondo sconosciuto che all’interpretazione di un testo. Per le sue caratteristiche, il sogno lucido è stato generalmente considerato dagli psicologi un argomento marginale ed anche un po’ sospetto, ai confini col paranormale. Esso è invece uno stato naturale della mente umana, proprio come lo sono la veglia e il sogno ordinario, solo che si verifica più raramente.
Esistono tanti libri sul sogno, ma in genere essi sono sbilanciati o nella direzione dell’interpretazione o in quella dell’esplorazione. Il presente modello, invece, tratta insieme, dando lo stesso rilievo sia all’interpretazione del sogno ‘morto’ che all’esplorazione del sogno ‘vivo’.
Il testo si articola in tre parti dedicate rispettivamente all’interpretazione del sogno ordinario, all’esplorazione del sogno lucido ed al rapporto tra queste due tecniche.
La prima parte si apre con una riflessione sul bisogno di significato, che è alla base dell’umano interesse per i sogni. Seguono una breve storia dell’interpretazione, seguita dall’analisi dei rapporti tra sogno e resoconto e tra sognatore e interprete. Nel secondo capitolo vengono descritte le relazioni tra sogno notturno e pensieri diurni; nel terzo viene avanzata un’ipotesi sul processo con cui viene costruito il sogno e viene fatta una classificazione dei sogni sulla base della loro interpretabilità; il capitolo si chiude con la definizione di sogno ordinario. Nel quarto capitolo il lettore troverà descritta passo dopo passo la tecnica per l’interpretazione dei sogni ordinari. Chi fosse interessato soprattutto all’interpretazione dei sogni può utilizzare il quarto capitolo come un manuale. Vi si troverà anche una breve rassegna delle posizioni contrarie all’interpretazione dei sogni.
Mentre la prima parte del libro è dedicata al sogno ordinario, la seconda tratta del sogno lucido. Nel quinto capitolo viene definita quella forma d’intelligenza che ci permette di distinguere il sogno dalla veglia. Seguono il confronto col sogno ordinario e la definizione di sogno lucido. Nel sesto, la dimensione del mondo onirico viene esaminata in rapporto a quella del mondo della veglia. Nel settimo capitolo vengono illustrate alcune tecniche di lavoro sul sogno e viene fatta una rassegna degli usi del sogno lucido sulla base delle testimonianze provenienti dalle diverse epoche. Ho distinto gli usi in due categorie, a seconda che la consapevolezza di sognare figuri come requisito indispensabile o sia soltanto un elemento accessorio.
Nella terza parte del libro il sogno ordinario e il sogno lucido vengono considerati come due modi complementari di sognare: il primo fornisce materiali da interpretare, il secondo paesaggi da esplorare. Nell’ottavo capitolo si giunge al cuore del modello: la valorizzazione dell’imperfetto onirico. Quelli che tradizionalmente sono stati considerati i difetti del sogno – assurdità logiche, contaminazioni spazio-temporali, metamorfosi ecc. – vengono riconsiderati come segnali dello stato di sogno. La mia ipotesi è che si tratti di segnali che marchiano le esperienze oniriche in modo da evitare la confusione con i ricordi della veglia. Una concezione molto lontana da quella di Freud, che aveva interpretato l’imperfetto onirico come l’esito di un compromesso tra i desideri inconsci e la censura. Nel nono capitolo, poi, vengono discusse alcune delle maggiori critiche che sono state mosse al sogno lucido, così come in precedenza erano state esaminate le posizioni ostili all’interpretazione dei sogni ordinari. Viene anche fatto un confronto tra sogno lucido e realtà virtuale. Nel decimo capitolo, infine, il sogno lucido viene presentato come un viaggio del sognatore all’interno della propria mente. 

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   Indice dell'Imperfetto onirico:

 

Introduzione di Vincent Kenny

 

Prefazione dell'autore

 

 

PARTE PRIMA: L’INTERPRETAZIONE DEI RESOCONTI ONIRICI

 

Capitolo primo: La condivisione del sogno

   1.1. Il bisogno di significato

   1.2. L’individualizzazione del sogno

   1.3. Ricordi

   1.4. Un’utile imprecisione

   1.5. Destinatari

 
Capitolo secondo: Relazioni

  2.1. L’ombra della percezione

  2.2. Metamorfosi oniriche

  2.3. Sogno e agenda

  2.4. Relazioni e identità

  2.5. Relazioni intrapsichiche

 

Capitolo terzo: Copione e scena

  3.1. Inconscio e coscienza

  3.2. Il dialogo tra sogno e sognatore

  3.3. L’adattamento

  3.4. Classificazione dei sogni

  3.5. Definizione di sogno ordinario

 

 Capitolo quarto: Interpretazione

  4.1. Ubiquità dell’interpretazione

  4.2  Dall’inconscio alla coscienza

  4.3  Critiche all’interpretazione dei sogni

  4.4. L’interpretazione basata sull’agenda

  4.5. I tempi del sogno

  4.6. Relazioni tra sogni

 

 

PARTE SECONDA: L’ESPLORAZIONE DEI MONDI ONIRICI

 

Capitolo quinto: Lucidità

  5.1. Le due intelligenze

  5.2. Confronto tra sogno lucido e sogno ordinario

  5.3. Definizione di sogno lucido

 

Capitolo sesto: Confronto con la veglia

  6.1. Doxofilia

  6.2. Onirospezione

  6.3. Introcosmo

  6.4. Emendabilità

 

Capitolo settimo: Onirurgia

  7.1. Indizi

  7.2. Tecniche di induzione

  7.3. Mantenimento e interruzione

  7.4. Risvegli

  7.5. Usi storici

         7.5.1.Usi che presuppongono la consapevolezza di sognatore

         7.5.2.Usi per i quali non è indispensabile la consapevolezza di sognare

 

 

PARTE TERZA: SINTESI

 

Capitolo ottavo: Metaonirica

  8.1. L’osservatore del sogno

  8.2. Un sistema aperto

  8.3. Complementarità

  8.4. L’imperfetto onirico

  8.5. L’oscurità del sogno

 

Capitolo nono: Dialettica del sogno lucido

  9.1. Indimostrabilità

  9.2. La presunta debolezza dell’Io onirico

  9.3. Il tradimento del sogno ordinario

  9.4  L’esploratore deviante

  9.5. Sognare è il messaggio

  9.6. Sogni di maniera

  9.7. In fuga dalla realtà

  9.8. Sogno lucido e realtà virtuale

 

Capitolo decimo: Psiconauti

  10.1. Il corpo della mente

  10.2. Il mondo delle idee

  10.3. La ricerca delle associazioni

  10.4. Le vie dei sogni

 

Conclusioni

 

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Bibliografia dell'imperfetto onirico:

 

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II

Paolo Maria Clemente

IO ADDIO

Crisi dell'individuo e psicoterapia.

                                                                                                               (Armando editore, Roma 2010)

 

Recensione pubblicata da Massimo Giuliani sulla rivista "Connessioni":

Interessante l'ipotesi da cui l'autore parte e originale la strada che segue per dire la sua in proposito. "Io addio" parla di come la dissociazione e la frammentazione dell'esperienza facciano parte integrante della vita dell'uomo postmoderno: la personalità unitaria e stabile nel tempo appare sempre più un'astrazione, il "noi" (al posto del consueto "io") sembra sempre più il pronome di prima persona adeguato a render conto della propria esperienza. A questo punto (anche per via dell'immagine di copertina, evocativa e depistante insieme) ti aspetti una lamentazione su come la tecnologia contribuisca a disintegrare l'identità: e invece il volume vira sul registro autobiografico, l'autore racconta la propria esperienza di vita e di formazione e i percorsi che lo hanno condotto alla professione odierna. Così i suoi diversi "sé" diventano altrettante personalità che nell'incontro col cliente che chiede aiuto portano nella relazione terapeutica storie e visioni del mondo differenti. La dissociazione dunque non è più solo una sindrome transnosografica che caratterizza varie configurazioni patologiche. Essa è la condizione che lo stesso terapeuta vive, e diventa una proficua opportunità di arricchire la propria visione del mondo, nella pratica di un artigianato che, se pure deve rifuggire le insidie dell'eclettismo facile, certo deve trovare creativamente tante chiavi di accesso, sempre differenti, alla realtà che lo circonda.

(pubblicato in Connessioni n. 25 - novembre 2010, p. 107).

 

Recensione pubblicata da Antonello Soriga sul Periodico degli psicologi della Sardegna:

Paolo Maria Clemente (che vive ed esercita nel nord Sardegna) possiede una dote rara, quella di esprimere concetti complessi con una linearità e semplicità a tratti sorprendente, in cui gli arzigogoli di Maturana e Varela, le metafore junghiane trovano uno spazio umano, ritrovano collocazione dove il sapere è quello delle relazioni dirette fra persone, anche (e soprattutto) quando queste sono fra un cliente ed il suo psicoterapeuta. Un po’ come il "Mago Smagato" di selviniana memoria, lo psicoterapeuta viene eroso della sua magica funzione di guaritore, di esegeta, di mago del cambiamento per tornare ad essere un essere umano che ne incontra altri e con questi co-costruisce la via maestra per uscire da una condizione, per ri-trovare un equilibrio, una condizione di ben-essere nel mondo.

Sorvolando le intricate vie del linguaggio specialistico, di scuole e "chiese" di riferimento, Clemente ti pone i fronte ad uno specchio e mentre il suo libro, Io Addio, scorre fra le tue mani, pian piano il tuo ritratto si compone, la tua immagine appare allo specchio, mettendo a nudo le tue debolezze ma anche valorizzando le qualità di un’arte-professione magnifica, ancora frutto del sapiente cesello dell’artigiano che crea narrazioni, contesti condivisi, dentro cui le persone fluttuano e trovano vie autonome, senza l’uso di una vera e propria bussola se non quella che è dentro ognuno di noi.

La frammentazione dell’io (che richiama non casualmente quell’Io diviso di Laing che tanta fortuna ebbe nella storia della psicoterapia fra gli anni cinquanta e settanta) ora è un frastagliato arcipelago, un'idea che muta nel e con il tempo, con il mutare degli eventi, con la creazione dei ponti/relazioni che creano significato. Io Addio sembra da un altro punto di vista alludere ad un "Dio Addio" nel senso della desacracralizzazione di una icona, del concetto di Io appunto, ma anche della triplice divisione freudiana di Io, Es e super-Io, che ha permeato la psicodinamica come in parte il cognitivismo, la psicologia del profondo come quella relazionale sistemica per trovare ri-collocazione in un pragmatismo che solo apparentemente è tecnica del buon terapeuta, pragmatica american-sarda; è la sottile e lucida ricomposizione di una pirandelliana molteplicità riunificata nell’essere in sé, più profondamente umano... troppo umano (e il richiamo nietzchiano non è casuale), nei suoi difetti, errori e nei suoi successi e apparenti miracoli. Sfogliare quest'opera è come aprire continue finestre su differenti paesaggi così "(...) nell’epoca della dissociazione rintracciare il senso della propria vita è un’impresa davvero ardua" scrive Clemente e continua "le persone slittano da un lavoro all’altro, da un partner all’altro da un’identità all’altra senza curarsi della coerenza … lo stesso concetto di coerenza è sempre più suscettibile di interpretazioni soggettive" o i temi più dibattuti negli ultimi trent'anni in dotti convegni, per cui la diagnosi "ha la funzione di rassicurare il terapeuta …risponde alle esigenze dell’istituzione sanitaria e agli interessi delle case farmaceutichee le istituzioni psichiatriche … (che) per sopravvivere hanno bisogno di tenere sempre un certo numero di pazienti ospedalizzati" all’uso del Ritalin nelle sempre più frequenti diagnosi di ADHD all’eclettismo terapeutico, fino al "sano anarchismo antidogmatico" delle tecniche e alla lapidaria sentenza sulla "condizione della psicologia (che) oggi è la stessa della medicina ai tempi di Erasmo da Rotterdam: 'una forma di adulazione affine alla retorica'". Insomma in Io Addio si trovano molti libri, molti fili fra loro intrecciati ed i piani di lettura potrebbero essere tanti. Coerentemente l’autore, che un suo filo lo segue con "filosofico respiro" ma anche con ferrea coerenza interna di scienziato umanista, conclude il suo lavoro lasciando al lettore/collega un senso di pieno attaccamento ad una delle più belle e interessanti professioni che si possano esercitare, quella dello psicoterapeuta appunto, che lui ama e che vive non come una autostrada in cui tutto è segnato e segnalato ma come un continuo esplorare viottoli e back street, strade con divieto d’accesso e con senso alternato in una irriverenza (anche questa di cecchiniana memoria) senza strade maestre se non l’amore per ciò che si riesce a fare e ad essere. E’un libro che consiglio ai colleghi con qualche capello bianco per tenere a mente il fatto che siamo dei privilegiati nell’avere in mano una professione così bella e a quelli che invece sono alle prime armi lo consiglio per innamorarsi ancora di più di una professione che hanno appena intrapreso.

(pubblicata in Psicologia in Sardegna, n. 1/2010, pp. 33-35).

 

Autori citati nel volume "Io addio":

 

Gerd B. Achenbach, T.W. Adorno, S. Agostino, Woody Allen,  Pedro Almodovar, Massimo Ammaniti, Elena Acquarini, Joel Bakan, Lester Baker, Kevin Bales,  Richard Bandler, 
Bruno G. Bara, Franco Basaglia, Zygmunt Bauman, Gregory Bateson, Patricia Baumgardner, Albert Béguin, Walter Benjamin, M. Benasayag, Eric Berne, Maria Bettetini, Remo Bodei, 
Frank W. Bond, Dietrich Bonhoeffer, Murray  Bowen, John Bowlby, Edda Bresciani, Michel Bruch,  Martin Buber, Bernhard Bueb, Vito Cagli, Italo Calvino, Georges Canguilhem, 
Renzo Carli, Carlos Castaneda, Gianfranco Cecchin, Antonino Carcione,  Aldo Carotenuto, Robert Castel,  Bruce Chatwin, Gabriele Chiari, Lorenzo Cionini, Emil M. Cioran, 
Paolo Cornaglia-Ferraris,  Stefania Cristofanelli, Nino Dazzi, Francesco De Bei, Giovanna De Carli, Alessandra De Coro, Gilles Deleuze, Cesare De Silvestri, Wendy Doniger, 
Henri F. Ellenberger, Mark Epstein, Erasmo da Rotterdam, Erik Erikson, Edward Evans-Pritchard,  William R.D. Fairbairn, Emilio Fava, Maurizio Ferraris, Paul K. Feyerabend, 
Jerry A. Fodor, Ferruccio Fölkel, Sandra Foster, Michael Foucault, Viktor E. Frankl,  Paulo Freire, Laura Fruggeri, Frank Furedi,  Umberto Galimberti, Luciano Gallino, Mario Galzigna, 
Emilio Gattico, George M. Gazda, Massimo Giuliani, Arnold Goldberg, Ulysses Grant, R. Jay, Greenberg, Ricky Greenwald, W. Greider, John Grinder, Félix Guattari, Francesco Guicciardini, 
Vittorio F. Guidano, H. F. Harlow, E. Herringel, J. Hillman, M. Horkeimer, B. Inhelder, Bruno Intreccialagli, Pierre Janet, K. Jaspers, Giovanni Jervis, J. Joubert, C.G. Jung, E. Jünger, E. Kandel, 
H.S. Kaplan, George A. Kelly, V. Kenny, Sören Kierkegaard, Sheldon B. Kopp, Bart Kosko, Karl Kraus, Ronald D. Laing, Margherita Lang, J. Laplance, R.B. Laughlin,  Arnold A. Lazarus, 
Giacomo Leopardi, Clara Levi Coen, P. Levy,  Gabriel Garcia Marquez,  Rita Levi Montalcini, A. Lincoln, Vittorio Lingiardi, Giovanni Liotti, Romano Madera, Marisa Malagoli Togliatti, 
Francesco Mancini, Renato Massa, Cinzia Masserini, Humberto R. Maturana, George H. Mead, Paolo Migone, Salvador Minuchin, Stephen A. Mitchell, Jacob Levi Moreno, R. Mosticoni, 
Flavio Nascimbene, Friedrich Nietzsche, Maria Laura Nuzzo, Roberto Orrù, George Orwell, Petr D. Ouspensky, Franz Overbeck, Carlo Perris, Fritz Perls, Fernando Pessoa, Jean Piaget, 
Luigi Pirandello, J.-B. Pontalis,  Piero Porcelli, Sergio Quinzio, Clotaire Rapaille, Giorgio Rezzonico, Giacomo Rizzolatti, Carl A. Rogers, Bernice L. Rosman, Mario Rossi Monti, Virginia Satir, 
P. Schellenbaum, Gianna Schelotto, G. Schmit, M. Schnall, Antonio Semerari, Francine Shapiro, A. Schönberg,A. Schopenhauer, G. Simmel, C. Sinigaglia,  J. Soderlund, M. Steinberg, Daniel N. Stern, 
N.N. Taleb, C. Taylor, Umberta Telfner, Paul Tillich, S. Tommaso, Alessandro Torre, Alain Touraine,  Francisco J. Varela, Michael Ventura, Marta Vigorelli, Roberto Volpi, Heinz von Foerster, 
Francesa Vottero Ris, Paul Watzlawick, Riccardo Williams, Donald W. Winnicott, Alessandro Zennaro.